Crisi di Gaza: UK troppo filoisraeliano. Si dimette la sottosegretaria agli esteri pachistana.8/8/2014
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Renzi non convince. Non e' passata all'estero l'ulteriore autoelezione di un altro primo ministro italiano chiamato ad evitare l'affondamento del Titanic Italia, che pero' ha gia' colpito l'iceberg da troppo tempo. Troppe "chiacchiere" e poca "sostanza". Questa finora e' l'impressione, e, secondo il giornale tedesco Die Tageszeitung, anche un po' "bamboccio", tanto da somigliare a Mr. Bean. I ritratti scelti dal quotidiano hanno fatto ridere mezzo mondo, comparando la faccia espressiva di Renzi a quella di Rowan Atkinson, e la somiglianza con l'attore e' davvero sorprendente.
La cancelliera tedesca Angela Merkel fara' la sua visita ufficiale in Regno Unitro giovedi', quando fara' un discorso al parlamento britannico a camere riunite e poi andra' dalla regina a prendere il tradizionale te' a Buckingham Palace. La ragione della visita? Una visita istituzionale comune, che nasconde pero' il vero motivo: quello di convincere il popolo britannico a rimanere nell'Unione Europea. Ormai molte sono le indiscrezioni che vedono la Gran Bretagna sempre piu' stanca delle decisioni di Bruxelles, troppo spesso dettate proprio da Berlino. Ed ecco che la Merkel, causa di tutti i "guai" secondo i giornali inglesi, andra' in missione per mantenere unita l'Europa. Sara' difficile pero' convincere i sudditi di sua maesta', visto che finora non hanno sbagliato una scelta. La prima, quella di non entrare nell'euro, ha permesso l'indipendenza monetaria del Regno Unito, che in termini pratici, oltre a non aver causato la spirale inflazionistica creatasi in molti paesi, ha consentito il mantenimento della propria politica economica, che in questi mesi e' andata decisamente in contro-tendenza rispetto a quella del continente, grazie alla scelta del deficit-spending (in pratica massicci investimenti dello stato in infrastrutture ed opere pubbliche) per aiutare l'economia invece di una "noiosa" austerity (preferita senza successo da molti paesi del vecchio continente). La crescita del Regno Unito dunque e' stata possibile solo grazie al fatto di non dover sottostare al famoso 3% deficit/PIL dei parametri di Maastricht, definito da alcuni britannici per ironia "Maastrict" (una storpiatura ad indicare il troppo rigore europeo), e viaggiando invece oltre il 7%. La seconda scelta e' stata quella di non ratificare il trattato di Schenghen, preferendo invece accordi bilaterali con i singoli paesi europei, decisione che ha permesso alla Gran Bretagna di evitare un massiccio flusso migratorio dai paesi dell'est dell'UE, senza poter fermare pero' l'esodo degli europei dei paesi dell'ovest in fuga dai disastri dell'eurozona, italiani in testa. Proprio su questo punto in realta' sara' difficile convincere Cameron, che invece sembra molto determinato a lanciare entro la fine del 2017 un referendum che decidera' le sorti in maniera definitiva dello status della Gran Bretagna nell'unione. Sul piatto la Merkel ha portato la promessa di rivisitare il trattato di Lisbona per permettere nuovi accordi tra gli stati, specie sul campo dell'autonomia politica, e nuove garanzie per i paesi dell'UE non membri dell'euro. Queste concessioni tedesche pero' non hanno finora convinto il resto dei conservatori euroscettici, alcuni infatti hanno perfino paragonato la situazione a quella antecedente al referendum del 1975, quando l'allora primo ministro laburista Harold Wilson giro' le capitali europee per trovare "garanzie", ma, secondo i conservatori, invece che ricevere un "sigaro" ricevette un "pacchetto di fiammiferi" e torno' in patria come se fosse stato un trionfo. L'Italia non rispetta i diritti umani: La corte suprema inglese accoglie il ricorso degli immigrati2/22/2014 La fine di un incubo per 4 immigrati, due uomini e due donne, tre dell'Eritrea e uno dell'Iran. Sono arrivati dai loro rispettivi paesi in Europa, approdando come prima tappa in Italia, per poi proseguire il loro viaggio (con probabilita', clandestinamente) ed arrivare in Gran Bretagna, dove la polizia di frontiera li ha individuati e trasferiti in un centro di accoglienza. Da protocollo, una volta in un centro di accoglienza, la Gran Bretagna rimanda gli immigrati nel primo paese d'ingresso nella UE, lasciando a tale paese la scelta sul rimatrio, in questo caso l'Italia. Questi clandestini pero' hanno fatto ricorso sul tornare in Italia, lanciando accuse gravissime: i 4 infatti avrebbero ricevuto torture e sevizie durante il loro periodo di permanenza nei centri di accoglienza in Italia. Le donne hanno dichiarato di essere state stuprate, mentre l'uomo dell'Iran ha specificato di non aver ricevuto le cure mediche necessarie, viste le sue condizioni psicologiche gravi, causate dalle torture ricevute in patria. Il caso e' passato prima alla corte di giustizia inglese, dove, dopo l'intervento del ministro degli Interni Theresa May che aveva precisato che l'Italia non ha violato sistematicamente i diritti umani, il caso era stato chiuso in sfavore degli immigrati che sarebbero dovuti tornare in Italia. A quel punto i 4 hanno presentato ricorso all'Alta Corte, ma hanno perso. L'ultima speranza e' stata quella di rivolgersi alla Corte Suprema, l'equivalente britannico della Cassazione italiana, dove la loro domanda ha trovato finalmente accoglimento, permettendo loro di rimanere in UK fino alla decisione delle autorita' sul da farsi, ma sicuramente non dovranno tornare in Italia. La decisione della Corte Suprema e' per l'Italia uno schiaffo morale terribile, in quanto ha de facto riconosciuto che in Italia ci sia stata una "sistematica violazione dei diritti umani", caso che ovviamente si estendera' dalla sfera giudiziaria a quella politica. Visto che in queste ore il governo italiano e' in via di formazione, non c'e' stata ancora una replica del ministro degli esteri italiano. L'accusa è l'uccisione di un talebano con un'arma da fuoco durante la missione in Afghanistan. L'accusato è un militare britannico che ora rischia fino all'ergastolo ed un intero apparato militare e politico ora ragiona su quale sia la giusta punizione per quei soldati che "sbagliano". Il Regno Unito mette in discussione un intero sistema di valori davanti al caso del “Sergente A.”, che una corte marziale ha ritenuto essere l’esecutore materiale della morte di un prigioniero di guerra nel 2011, nella provincia di Helmand. La sentenza è prevista per il prossimo 6 dicembre. I pareri sono ancora discordanti. Il primo ministro inglese David Cameron ha definito il fatto "sconcertante", ma ha comunque ricordato “il grande servizio svolto da questo corpo militare. Non possiamo mettere a repentaglio l’immagine dei marines per questa vicenda”. Ma il partito conservatore, chiamato in queste ore a dare un parere politico sulla questione, si è comunque spaccato tra chi difende il sergente e chi vorrebbe la massima pena. Come Julian Lewis, parlamentare dei Tory per New Forest East: “Nessuna clemenza – ha detto – essere troppo morbidi metterebbe a repentaglio la vita dei nostri militari, che potrebbero essere presi in ostaggio ed essere maltrattati per ritorsione. Siamo di fronte a un’atrocità ma anche a un tradimento del personale militare britannico, che potrebbe essere messo a rischio dal comportamento di guerra di persone che già agiscono al di fuori di ogni legge o convenzione”. Anche tra i militari il dibattito è ampio. Tanti gli appelli che invocano clemenza per il Sergente A. E molti altri militari ora dicono che “la sentenza dovrebbe tenere conto delle straordinarie pressioni a cui il nostro personale è sottoposto nella zona di Helmand”. Come il generale Julian Thompson che, intervistato dalla radio della Bbc, ha detto che “una sentenza addolcita sarebbe appropriata. Le pressioni verso questi uomini sono veramente enormi e più combattono e più sono sottoposti a stress”. Così, allo stesso modo, sempre alla Bbc il colonnello Mike Dewar ha detto che “la società dovrebbe fare eccezioni per alcuni soldati in alcune circostanze straordinarie”. FC "Con una disoccupazione così alta, far entrare nel Regno Unito tutti questi immigrati sarebbe un tradimento nei confronti dei giovani britannici. Firma anche tu per chiedere al Governo il che il controllo sull'ingresso di bulgari e romeni non venga interrotto". E' questo l'appello che il Daily Express, uno dei tabloid più popolari d'Inghilterra, ha lanciato solo pochi giorni fa e a cui si uniscono più di 15mila persone al giorno. La petizione - Lo scopo della campagna anti-immigrati è quello di mantenere invariate le condizioni di ingresso di bulgari e romeni nel Paese, destinate a cambiare nel gennaio 2014 secondo le direttive del governo guidato da David Cameron. "No all'apertura a Romania e Bulgaria", dichiara l'appello. "Rischiamo 70mila nuovi ingressi all’anno da ognuno di questi due Paesi – dice ora chi ha pensato la campagna del Daily Express – e questo non è tollerabile”. Così, sul sito Internet, spuntano anche le fotografie di rumeni che d’estate dormono e stazionano vicino a Hyde Park, l’enorme parco londinese, per accreditare la tesi. La politica - Appello appoggiato anche da una parte conservatrice della politica. il parlamentare conservatore Douglas Carswell, fortemente euroscettico, che al Daily Express ha espresso il suo supporto: “Penso sia giusto che il giornale stia facendo quello che la classe politica finora non è ruscita a fare, cioè parlare seguendo il senso comune per conto del Paese”. L'Ue - In realtà Cameron è obbligato all'apertura dalla legge europea, e noltre, i dati pubblicati dalla University College London parlano chiaro. Gli immigrati di recente arrivo hanno contribuito alle entrate fiscali del Paese per almeno 25 miliardi di sterline, quasi 30 miliardi di euro. Così, soprattutto per quanto riguarda chi è arrivato dai Paesi dell’Unione europea, gli stranieri hanno pagato in tasse il 34% in più rispetto a quanto abbiano ricevuto in welfare. FC Nigel Farage, leader del UK Indipendence Party (UKIP), durante il suo discorso all'Europarlamento ha indicato i suoi dubbi circa il riscaldamento globale ed ha riportato come prova le immagini scattate dalla Nasa sulla calotta polare, indicando un incremento del 60% della superficie ghiacciata in un solo anno. A rispondergli e' stato poi Barroso, che ha espresso perplessita' sulle prove evidenziate. Farage e' famoso per i suoi interventi poco "British" che mostrano una passione ed un temperamento piuttosto latino, come quando diede dello straccio umido a Van Rompuy, intervento entrato nella storia dell'Europarlamento al pari del dibattito Berlusconi-Schulz.
MG La notizia ha dell'incredibile e rischia di mettere in serio pericolo la stabilità del governo Cameron. Secondo quanto riferito dal giornale Sunday Mail, il Regno Unito avrebbe consentito la vendita alla Siria di agenti chimici utilizzati per la composizione del gas nervino, attraverso la concessione di licenze autorizzate dal governo. La compravendita sarebbe avvenuta nel 2012, dieci mesi dopo l'inizio delle rivolte nel Paese. A finire sul banco degli imputati è il ministro per le attività produttive Vincent Cable che, secondo il domenicale scozzese, avrebbe dato l'ok per la vendita di fluoruro di potassio e fluoruro di sodio. Interrogato da alcuni parlamentari dell'opposizione, il ministro di area liberaldemocratica ha riferito che le sostanze non hanno mai raggiunto effettivamente la Siria: nessun invio, a quanto pare, sarebbe stato effettuato prima dell'embargo imposto dalla UE nell'ambito delle sanzioni contro il regime di Assad. A seguito di tale provvedimento, le autorizzazioni precedentemente emesse sarebbero state poi revocate. Sempre secondo quanto riferito dal ministro Cable, l'export di sostanze venne consentito su esplicita domda del regime siriano, che aveva richiesto i due prodotti per la produzione industriale di cornici di metallo per finestre e box doccia. Una motivazione, a quanto pare, giudicata credibile dai funzionari del governo britannico. Pacifisti e membri dell'opposizione restano comunque molto dubbiosi. Il ministro ombra per le attività produttive Chuka Umunna ha così commentato la vicenda: "Sarà un sollievo la conferma che quelle sostanze non furono mai inviate. Resta tuttavia necessaria una spiegazione sul perché quelle licenze furono approvate: all'epoca dei fatti, il regime di Assad aveva già avviato una dura repressione contro gli oppositori e informazioni di intelligence avevano riferito in più occasioni l'uso di sostanze chimiche". Downing street respinge ogni accusa: "Questa storia dimostra che il sistema funziona - afferma un portavoce del governo - i prodotti non sono stati esportati e le licenze sono state revocate". Il problema sarà dimostrare che la vendita non sia avvenuta tra il 17 gennaio 2012, quando le licenze sono state concesse, e l'approvazione delle sanzioni europee che ne hanno portato alla revoca il 30 luglio dello stesso anno. Per adesso ci sono solo le rassicurazioni verbali del ministro Cable. Ma basteranno a convincere l'opinione pubblica? continua il caso gibilterra: la spagna spinge i controlli e sullo stretto arriva la fortificazione9/1/2013 Continuano gli attriti, venuti a galla poco meno di un mese fa, tra Spagna e Gibilterra, e questa volta è lo stesso ministro inglese David Cameron a rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda. In un incontro, tenutosi a Londra, tra Cameron e il ministro di Gibilterra Fabian Picardo, infatti, il ministro inglese ha ribadito il suo più pieno appoggio a Gibilterra, condannando le azioni del Governo spagnolo, considerate esagerate ed insensate. La Spagna, infatti, nell’ultimo periodo, ha deliberatamente deciso di rafforzare i controlli alla frontiera e ha annunciato altre disposizioni come quella di attuare ostruzionismo nei confronti di Gibilterra. Secondo il Ministro degli esteri inglese, William Hague, questo atteggiamento della Spagna è “inaccettabile“, e l’Inghilterra conferma ancora una volta “il forte legame tra Gibilterra e il Regno Unito e la volontà di quest’ultimo di sostenere il popolo della Rocca“. Dal canto suo, il Governo di Gibilterra spiega che le azioni intraprese dalla Spagna non faranno altro che danneggiare gli stessi cittadini spagnoli, perché se dovesse davvero essere messo in atto l’ostruzionismo sul trasporto dei carburanti, Gibilterra potrebbe semplicemente rivolgersi altrove per gli approvvigionamenti. Intanto, però, l’Esecutivo dell’Unione Europea sta preparando una missione per valutare la situazione. Inoltre, su richiesta del Premier spagnolo Mariano Rajoy, l’UE dovrà anche indagare sul riciclaggio di denaro e sul contrabbando che la Spagna sostiene avvengano a Gibilterra. Continuano comunque le proteste contro la decisione di Gibilterra di costruire una barriera artificiale, composta da 70 blocchi di cemento, davanti alla propria costa, giustificata dalla Rocca come un mezzo per favorire la proliferazione di pesci e molluschi. FC Un clamoroso no al piano di invasione della Siria. E' questo il risultato della votazione della camera del Regno Unito sul piano di offensiva presentato dal governo. Cameron non convince e non riesce a mantenere compatto il suo schieramento. La votazione si e' conclusa con 272 voti favorevoli contro 285 contrari e 91 assenti. A pesare sono stati i 30 voti dei conservatori e gli 11 dei Liberal-Democratici contrari alla proposta del loro stesso schieramento. Le cause di questo rifiuto sono diverse, ma di sicuro le principali sono state la paura per un potenziale fallimento dell'operazione a lungo termine, il rischio di un "impantanamento" delle truppe in una guerra infinita nel Medio Oriente (come nei precedenti casi di Afghanistan e Iraq), la diminuzione di rispetto e stima verso gli Stati Uniti coinvolti nel gravissimo incidente diplomatico Datagate, le posizioni divergenti in Europa (unico si' della Francia di Hollande) e il monito di Iran, Russia e Cina che hanno ribadito la loro contrarieta' all'attacco e hanno fatto chiaramente intendere che una simile azione avrebbe avuto importanti ripercussioni. Vince dunque la paura e la precarieta', vincono Cina e Russia che si dimostrano capaci di spaventare l'occidente in declino, vincono i mussulmani che vedono il loro medio-oriente sempre piu' trasformato in una polveriera da utilizzare per manipolare le folle e vince il regime sanguinario di Assad che vede nei suoi alleati russi e cinesi i migliori difensori della sua dittatura. Perde la Gran Bretagna, che esce spezzettata politicamente e sempre piu' isolazionista sul piano globale, perde Cameron che non riesce a tenere compatta la sua coalizione di governo, perdono gli Stati Uniti che cedono alla prova di forza di Russia e Cina, perde la NATO, unione militare sfilacciata da troppi scandali e da un rapporto di forza imposto dagli Stati Uniti che sempre meno va a genio ad un'Europa che tenta di rialzarsi dopo quasi 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, perdono i ribelli siriani che vedono sfumare l'aiuto dell'occidente, perde il medio oriente che ormai va sempre piu' conformandosi ad una dimensione rivoltosa ed instabile, e perde l'Unione Europea che ancora una volta dimostra la sua debolezza nel prendere una decisione unitaria, ed esce dunque disunita e sempre meno rilevante sul piano internazionale. Ben venga dunque la dittatura di Assad e che noi si resti pure a guardare inermi lo spettacolo assurdo del medio oriente in fiamme. MG |
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